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24/04/2017
Aggiornamenti da don Paolo Paganini dalla Siberia

Cari Amici,

colgo l’occasione del periodo dell’Ottava, in cui abbiamo un po’ tirato il freno, per ragguagliarvi sui lavori.

Ma anzitutto volevo porgere i miei auguri di Pasqua, spero l’abbiate vissuta con serenità.

Dunque, grazie anche ai fondi raccolti in Italia, abbiamo potuto iniziare la seconda fase dell’opera: dopo le fondamenta, gettate a Novembre, stiamo costruendo la “carcassa” dell’edificio. Il disgelo c’è stato, anche se ancora ieri c’è stata una micro-tempesta di ghiaccio di 5 minuti, e sulle strade statali soprattutto, si assiste a questo curioso contrasto: sul lato esposto a sud gli alberi son già verdi, mentre su quello che dà a settentrione ci sono ancora visibili cumuli di neve. A fine marzo però il disgelo era in pieno svolgimento, per cui fiumi di acqua non proprio limpida solcavano  le vie di Berdsk e arrivare al cantiere a piedi è stato abbastanza impossibile per una decina  di giorni almeno. Per iniziare per tempo, quindi, abbiamo dovuto sgombrare la neve. Si poteva attendere la fine del disgelo, ma avremmo perso tempo prezioso, per cui abbiamo chiesto a una parrocchiana, la signora Olga -che è del ramo- di formare una squadra di suoi colleghi che spazzassero e trasportassero la neve alla discarica. Il giorno prima dei lavori sono andato con lei e col capo squadra, Andrej, a controllare la situazione (e atrattare sul prezzo...). Asiieme alla signora Olga, nell’attesa di Andrey, abbiamo sgomberato l’ingresso, per facilitare i lavori del giorno dopo (e pagare meno...). La signora Olga ha così dato il suo contributo, a modo suo, alla costruzione. Ma in effetti in molti stanno aiutando, a vario titolo. Persino le suore di clausura: un giorno dopo la messa in carmelo ho chiesto alla madre superiora se mi prestava la macchina fotografica, perchè nel quartiere dove sorge il monastero ci sono delle case interessanti. Per cui sono uscito a scattare foto al vicinato.

Il primo aprile, comunque, c’è stata l’operazione sgombro, che per via del terreno paludoso, non è stata completata al 100%, ma abbastanza per iniziare i lavori. Il 2 era domenica; dopo la messa, assieme a dei parrocchiani siamo andati a vedere come erano stati condotti i lavori. Camminando per  il terreno, sono arrivato al punto in cui il trattore si era incagliato e ho cominciato a spostare dal suolo dei blocchi di ghiaccio che erano rimasti. Ma non era per caso che proprio lì non avessero finito: il ghiaccio in effetti si trovavava non solo sul terreno, ERA il terreno: sotto i pedi c’era uno strato sottile che mascherava un acquitrino, in cui son sprofondato fino alle caviglie quando lo strato è ceduto. Meno male che dovevo poi andare a dire una messa in un appartamento, per cui mi son fatto dare calze e scarpe dal padrone di casa...

I lavori sono dunque iniziati, spesso vado in cantiere per seguire l’avanzamento. La suadra dei muratori è simptica, specie il capomastro, Evgenij. Il Venerdì Santo avevo chiesto di fare una sospensione del lavoro dalle 15 alle 15.05, come si faceva da noi una volta. Scritto e riscritto all’ingegnere, che mi dice “Certamente!”. Arrivo in cantiere alle 15.40 e, ovviamente, non c’era stata nessuna pausa. Dunque abbiamo stabilito empiricamente che si poteva fare dalle 15.45. In effetti quando Gesù è morto in Siberia non erano mica le tre...

Io avevo con me l’Eucarestia per la celebrazione della Passione, visto che nella stanza in cui ci troviamo per la Messa il tabernacolo non c’è. Per cui son stato a pregare col Signore nel futuro presbiterio (dove ci sarà l’altare; una scarsella di metri 6,5 x 2,5) in silenzio. I muratori pure in silenzio, in un angolo. Uno ha tirato fuori una sigaretta, ma ha aspettato ad accenderla alla fine del breve momento di preghiera. Poi sono andato a celebrare i riti del Venerdì Santo. È stata un’esperienza particolare, ma bella. Anche i muratori partecipano della costruzione della Chiesa. Uno mi ha chiesto se non fosse peccato lavorare di Venerdì Santo, gli ho detto di no (anche perchè stavano lavorando dalle 8 di mattina...). Il Sabato Santo, prima della veglia (a Berdsk il tramonto è stato alle 20.35, per cui abbiamo iniziato a quell’ora circa), son passato ancora per vedere se avessero corretto la disposizione di un mattone, ma erano le 18 passate, per cui in cantiere c’erasolo uno dei muratori, che arrotonda facendo il vigilante. Mi ha detto con entusiasmo che aveva trovato delle icone. In realtà erano dei quadretti stampati, con immagini dei Sacri Cuori di Gesù e Maria e una stazione lignea della via crucis, salvatasi dall’incendio che ha distrutto la precedente costruzione. Mi ha chiesto se fosse un buon segno trovare delle icone la vigilia di Pasqua; ho risposto che di certo non era cattivo. I muratori son tutti di Berdsk e dintorni, alcuni saranno nostri vicini di casa; son persone molto positive e semplici, è un’impressione che ho spesso girando per questa città. Perfino le inservienti della chiesa ortodossa nel centro della città sono gentili e cordiali. Di solito a presidiare le chiese ortodosse ci sono delle vecchiette agguerritissime, pronte alla correzione del prossimo, specie se uno entra coi vestiti sbagliati o non si segna nel modo giusto..

A Pasqua, poi, abbiamo battezzato Alya, una ragazza di origine kazaka (per cui teoricamente musulmana, anche se i genitori sono atei). Alya ha conosciuto la Chiesa perchè viveva in precedenza a Palavinnoe, un paesotto a 4 ore da Nvosibirsk, dove opera da 25 anni un mio confratello, don Francesco Bertolina. Da piccola spesso andava alla Messa, assieme a una sua amica cattolica, pure di Palavinnoe, che ora vive in un’altra città siberiana. Col tempo è maturato il desiderio di ricevere il battesimo, “per –ha detto lei stessa- incontrare Gesù”. Questa semplice frase di don Francesco è stata custodita per anni e ora ha portato al suo ingresso nella Chiesa. Per festeggiare ho portato una bottiglia di spumante; nessuno l’ha voluto. E non sono riuscito nemmeno a sbolognarla in cantiere, dato che il capomastro mi ha detto che per contratto sul posto di lavoro non bevono, come i poliziotti dei film americani. E poi dicono che in Russia si beve tanto! La bottiglia ce l’ho ancora in frigo...

Comunque son molto grato di questi giorni e di questa Pasqua. Che forse sarà l’ultima nella sala in cui ci riuniamo attualmente. Se tutto va bene, infatti, la carcassa del nuovo edificio sarà completata entro luglio; in questi giorni attendiamo confereme perr altri finanziamenti, che potrebbe portare alla chiusura entro l’anno. Speriamo!

Vi ringrazio ancora per il sostegno e rinnovo l’impegno di preghiera per ciascuno di voi

Gesù è risorto!

Don Paolo 


Parrocchia S.Maurizio di Vedano Olona - email: vedanoolona@chiesadimilano.it
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