Carissimi,
tutti in forma? Ve lo auguro di cuore! Anch’io cerco di stare a ruota e di pedalare.
Ma sulla sabbia non è facile, ve l’assicuro!
Guardandomi attorno (ad intra e ad extra), mi dico che qui siamo ancora nella fase della pre-evangelizzazione, quindi? PAZIENZA, e tanta!
Faccio parte di quella categoria, ormai in estinzione, di illusi e testardi, ma bisogna crederci.
Anche il papà, quando seminava (con parsimonia...) sapeva che il raccolto sarebbe arrivato.
Si, la missione é la Sua, per fortuna. Quindi? Aspettiamo! E chi non aspetta più nulla è finito.
A volte vorrei sradicare la zizzania, ma Lui: no, rischieresti di sradicare anche il buon grano!
E, quanto Lui ci ha portato è troppo bello per non comunicarlo! La vita non avrebbe senso.
Diamo tutto per scontato, ma se Lui non fosse venuto come sarebbe la nostra vita oggi?
Sono i momenti più belli della settimana quando vado nei grossi centri fuori della città e posso comunicare a quella gente, che viene un po’ dappertutto e vive nel nulla, quanto io ho ricevuto da Lui (e da voi). Vedi gli occhi che si illuminano. E magari, come domenica scorsa mentre parlavo guardando più agli uomini: padre, si giri da questa parte perché vogliamo sentire anche noi la Parola di Dio, ha urlato una donna. Sono villaggi che nascono e crescono come i funghi. Cerco di aiutarli a costituire la oro nuova comunità attorno alla Parola di Dio (illusione?!) altrimenti il tribalismo avrà il sopravvento.
Durante queste settimane ne visito una decina di questi villaggi (quasi abbandonati a se stessi) con la speranza/certezza che il seme che cerco di gettare, crescerà e fruttificherà.
La fede ci aiuta a vedere già nel piccolo seme l’albero pieno di frutti.
Quasi ogni sabato vado a celebrare nella prigione (3.000 detenuti, e l’impressione è che non siano peggiori di quelli che sono fuori). I cattolici sono qualche centinaio. Partecipano alla messa con entusiasmo: cantano, anzi urlano, danzano, si confessano (magari sono ancora pagani), e quando si distribuisce a ciascuno un po’ di cioccolato, ricevuto da voi, è la festa.
E che festa sia, anche per tutti noi che abbiamo ricevuto ben di più.
Sempre vostro P. Luigi Moser